di Paolo Nifosì
A quanti sono interessati alla storia locale sottopongo un documento del marzo 1764 in cui un anonimo scrive di una prolungata siccità che provocò una carestia . Il nostro fa riferimento in particolare a Scicli e a Modica, per quanto osserva che la carestia aveva colpito molte altre città. Nel foglio vi sono alcune lacune ma penso che complessivamente si capisce il senso. “ Nell’anno 1763 nella raccolta del frumento..tanto grano tanto questa città di Scicli, quanto in tutto il regno della Sicilia, che fu bisognevole (scrivere?) dal nostro Re(?) in Regni lontani e di Turchi per frumento, onde se ne comprò salme quattrocento in Girgenti, salme duecento in Licata e Terranova e salme duecento in Siracusa, che questo di Siracusa era mescolato con vizza, e salme cento circa in Messina, come ciò lo pratticarono altre città perche fu un pessimo raccolto universale, ma domentre che si facevano queste compre di frumento questa nostra città ed altre erano senza almeno un puoco di frumento che fu di bisogno macinarsi orzo e mangiare pane di orzo, del quale pane quelle genti che avevano da comprarsi quello del frumento compravano quello. Ma tutti li poveri mangiavano di quello di orzo. Però grazie al Signore che in questa città di Scicli vi si ritrovavano quintali tre mila e forse quattro mila di carrube, e buone e mediocri e commode e benestanti tutti se ne morivano della pura fame, anzi come ho detto che la fame la intesero più li cittadini di Modica perché quelli in sentire che in Scicli vi erano queste carrubbe si partivano centinaia centinaia per venire in questa di Scicli e comprarsi le carrubbe.
Capitando per la grazia del Signore il frumento in questa città arrivò al tumulo tarì 12; che grani quattro di pane parte era once duodeci e parte oncie dieci che era spettacolo di tutta questa città ma tutti ci uniformavamo alla volontà del Signore. Incominciando poi l’anno 1764 sembrava a tutta questa città d’essere l’istessa mala raccolta perché non avea caduta pioggia e che la prima acqua mercè l’aggiuto di Dio venne nel giorno di san Martino, che fu alli 12 di Novembre per intercessione però del nostro santo Protettore Guglielmo che si espose al pubblico nella chiesa madre di san Matteo, avendo piovuto dunque il detto giorno di san Martino dimorò a piovere un mese e doppo esposto di balnuovo il Sacramento e il nostro Patrono santo Guglielmo….infino allo 18 di marzo che fu un’allegrezza di tutta questa città e di altre città perché tutte le cisterne e pozzi nella città… Io fin qui posso parlare perché questo l’ho scrissi allo 18 di detto mese di marzo nel quale giorno venne un’acqua…che si riempirono tutte le cisterne e pozzi, ma il tempo ancora non era quietato che giudico che seguitasse a piovere che lo dirò in appresso”.