Ancora sul “tirrimotu ranni” del 1693 secondo Paolo (Silvio) Boccone: stravaganze, casi strani e curiosi tra morti e sopravvissuti

Museo di Fisica e di Esperienze

Paolo Silvio Boccone (Palermo 1633 ÷ Parco (Altofonte) 1704) nel suo MVSEO DI FISlCA E DI ESPERIENZE edito a Venezia nel 1697 offre un interessante resoconto del terremoto del Val di Noto del 1693, segnalando una prima forte scossa registrata venerdì 9 gennaio, cui seguì uno sciame che culminò con il terrifico sisma di domenica 11 che a suo dire fu «stupendo oltre la considerazione humana, di durata in circa quattro minuti con fieri dibattimenti».

Nella sua articolata ricostruzione dei fatti suddivisa in quattro “osservazioni”, il Boccone che è un uomo di scienza del suo tempo, prova a indagare i segni premonitori del sisma, ne descrive gli effetti, fornisce un elenco delle località coinvolte riportando i danni e il numero delle vittime. Egli narra che «Le Creature, che sopravissero allo spettacolo del Terremoto sperimentarono anche elleno le loro sinistre auventure.
Nella Città di Scichli vna Fanciulla di anni vndici, educanda dentro il Munistero, rimasse sotto le rovine senza mangiare lo spazio di dieci giorni: disse d’havere tenuto in bocca vn pezzeto d’Habito della Madonna del Carmine: vscì di sotto le pietre vn poco insensata, ma di presente vive sana, e salva.
Nella Città di Ragusa in Sicilia cinque Sacerdoti, e due Chierici vissero senza Cibo alcuno per sette giorni sotto le Pietre della loro Chiesa demolita, e non hebbero altro rinfresco, che tenere à vicenda in bocca, e lecare il manico di ferro dell’Asperges. Vno di essi vscì pazzo: Furono nel dissepellirsi discretamente ristorati, facendo il Medico loro lambire di tempo in tempo vn poco d’acqua, e vino temperato, e vennero salvati nella seguente maniera: Il Prete Don Matteo Scrofano Curato di questa Chiesa, ed vno dei cinque Sacerdoti sopranotati conghietturando, che non fosse sopra la volta gran macerie di sassi, s’auvisò di congiungere tre Canne, quali essendo state à forza fatte penetrare per le fissure delle soprastanti rovine, ed aggitate dalla parte de’ prigionieri, fecero indi conoscere per mezzo di esse Canne alla gente di fuori, ed ai popoli, che sotto quelle rovine fossero persone intercluse, sopra il quale segno, furono poi ricercate, dissepellite, e salvate.
Vn Bambino parimenti di due anni fù ritrovato vivo in braccia della Madre, gia morta, doppo alcuni giorni, sotto una gran machina di sassi: Nelle lettere Memorabili, Historiche, e Politiche del Bulifon in Napoli si leggono successi non meno di questi tre strauaganti».

Interessante notare il riferimento alle cronache di Antoine Bulifon (Chaponnay 1649 ÷ Spagna 1707→) il quale nel volume primo delle sue LETTERE MEMORABILI, ISTORICHE, POLITICHE, ED ERUDITE edite a Napoli nello stesso 1697, narra il caso parimenti “stravagante” «del Signor Giuseppe Ciaborri d’esser rimasto vivo per tredici giorni sotto le rovine di Cerreto senza cibo alcuno». L’episodio è da inquadrarsi nel devastante terremoto che colpì il Sannio sabato 5 giugno 1688.

Museo di Fisica e di Esperienze
Frontespizio “Museo di Fisica e di Esperienze”

Il Boccone prosegue nel suo resoconto citando alcuni episodi bizzarri:
«Li Casi strani, e curiosi occorsi nelle Città, e Terre scosse, ò demolite dal Terremotto non si ponno tutte sapere, nè riferire, ma dalli pochi, che sono venuti à mia notizia, conghietturo li molti altri, che saranno seguiti.
Vn Soldato, che si trovava sopra il Campanile d’una Chiesa di Siracusa sbalzò a volo a terra, e si trovò senza lesione alcuna à sedere sopra la pietra, oue sava prima del Terremoto.
Dal Castello di Sciortino tre persone, che si trovavano a sedere sopra vn Masso, sbalzarono anche di volo un miglio, e mezzo in pendìo, posando sopra il Ponte novo, detto, Ponte di S. Pietro; Discesero quei poueri spauriti in terra, e doppo hauere camminato alcuni passi, viddero rovinare il medesimo Ponte senza loro offesa.
(…)
Frà Lodovico di Chiaramonte fratello Laico de’ PP. Osservanti di S. Francesco, nella Chiesa di S. Maria degli Angioli, nel mentre egli suonava la Campana, seguendo nel medesimo punto il Terremoto in Carlo Leontini, precipitò in Terra col medesimo Campanile, e la caduta fù si adagiata, ed vguale, che egli sostenuto dal battaglio, e dalla Campana si trouò sopra il terreno poco discoso dal machinoso Campanile in mezzo alle Pietre, senza offesa alcuna.
Vn Converso de’ PP. Carmelitani Scalzi infermo, e che staua in Cella in vn Dormitorio eminente, per la scossa del Terremoto, che rovinò le Celle, ed il Conuento tutto, sprofondato, e precipitato anch’egli sì trovò à basso nel suolo sopra il suo letto, e nella sua medeſima Cella, senza havere provato, nè patito alcuno incommodo in mezzo alle rovine di esso Conuento».

Cronache di una tragedia mai dimenticata che custodiscono la memoria della cultura del tempo ed invitano alla ricerca.

Daniele Pavone